Molte persone tendono a lasciare il caricabatterie del telefono collegato alla presa elettrica anche quando non è in uso. Vediamo perché questa pratica non è la più sensata.
Il caricabatterie del cellulare, quando è in standby, funziona un po’ come la luce rossa del televisore. Se lo consideriamo singolarmente, il consumo energetico è quasi trascurabile. Tuttavia, se pensiamo a questo consumo su scala globale, l’impatto non è più così insignificante. Nel caricabatterie è presente un piccolo trasformatore che, a causa dei suoi effetti dissipativi naturali, assorbe una piccola quantità di energia dalla rete, anche quando il telefono non è in carica. Quindi, l’impatto economico sulla singola bolletta sarà minimo.
Vediamo invece le differenze tra i caricabatterie tradizionali con filo e quelli wireless. I dispositivi wireless in standby consumano più energia rispetto ai caricatori a filo, a causa della tecnologia di induzione che li alimenta. Un caricabatterie con filo in standby consuma in media circa 0,2 W, mentre un caricabatterie wireless 1,6 W, ovvero otto volte di più. Supponendo di lasciare il caricabatterie collegato tutto l’anno, i consumi energetici sarebbero di 1752 Wh per il caricabatterie a filo e 14016 Wh per quello wireless.
Considerando il costo attuale dell’energia, pari a circa 30 centesimi di euro per kWh, il caricabatterie a filo costerebbe circa 0,52 € all’anno, mentre quello wireless 4,20 €. In termini relativi, un caricabatterie collegato tutto l’anno incide meno dell’1% sulla bolletta di una famiglia di quattro persone, praticamente nulla.
Nonostante questo, non è consigliabile lasciare il caricabatterie sempre connesso alla presa. Come si dice, le gocce fanno l’oceano, e se tutti adottassimo questo comportamento poco ecologico, l’energia mondiale sprecata per alimentare questi dispositivi raggiungerebbe cifre enormi. Pensate che se tutti i caricatori dei 6,8 miliardi di smartphone presenti nel mondo fossero sempre collegati, per alimentarli ci vorrebbe una centrale nucleare grande quanto quella di Zaporizhzhia, una delle più grandi centrali nucleari europee.
Infine, bisogna considerare che l’energia assorbita inutilmente dai caricatori viene dispersa in calore, e questo potrebbe rappresentare un problema di sicurezza, seppur remoto. In particolare, i dispositivi che non rispettano le normative UE, e che sono stati importati senza alcun controllo o certificazione, potrebbero surriscaldarsi, causare cortocircuiti e, nei casi peggiori, provocare incendi.